concetto utilizzato nei paesi ex-comunisti per riferimento al periodo comunista, quando gli scrittori hanno (con tanta difficoltà) ottenuto l’autonomia estetica nei loro lavori, soprattutto durante gli anni ‘60. Con il tempo, i discorsi teorici e critici sul valore estetico dei testi pubblicati hanno permesso l’eliminazione dell’ideologia comunista, prescrittiva, dai testi letterari, permettendo il dialogo con la letteratura modernista e il ritorno alla “torre d’avorio”.